lunedì 15 ottobre 2012

Paulo Coelho






Paulo Coelho




Va a prendere le tue cose... I sogni richiedono fatica.

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Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario.
I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati.

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Esistono le sconfitte. Ma nessuno può sfuggirvi. Perciò è meglio perdere alcuni combattimenti nella lotta per i propri sogni, piuttosto che essere sconfitto senza neppure conoscere il motivo per cui si sta lottando.

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Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.

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È necessario correre dei rischi, riusciamo a comprendere il miracolo della vita solo quando lasciamo che l'inatteso accada.

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Quando meno ce lo aspettiamo la vita ci pone davanti a una sfida, per provare il nostro coraggio e la nostra volontà di cambiamento. 

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Coloro che non hanno mai rischiato riescono solo a scorgere la sconfitta degli altri.

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La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere.

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Se cerco l'amore vero prima devo stancarmi degli amori mediocri.

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Chi entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si può tornare indietro, bisogna solo preoccuparsi del modo migliore per avanzare.

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Bisogna lottare per i sogni, ma bisogna anche sapere che, quando certe strade sono impraticabili, è meglio risparmiare le forze per percorrere altre.

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Lo stupido che adora sputare sentenze sul nostro giardino, non si prende mai cura delle sue piante.

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La perseveranza è una cosa buona.
Ma la perseveranza non va confusa con l'insistenza, la battaglie che durano più del necessario finiscono col distruggere l'entusiasmo per la ricostruzione.

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Se hai un passato di cui non sei soddisfatto, adesso dimenticalo.
Immagina per la tua vita una nuova storia, e credici.
Concentrati soltanto sui momenti in cui sei riuscito a ottenere quello che desideravi: e questa forza ti aiuterà a ottenere ciò che vuoi.

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Tutte le battaglie nella vita servono a insegnarci qualcosa, anche quelle perdute.

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Le emozioni sono cavalli selvaggi. Non sono le spiegazioni che ci fanno avanzare, è la volontà di proseguire.

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A volte la felicità è una benedizione, ma generalmente è una conquista. L'istante magico del giorno ci aiuta a cambiare, ci spinge ad andare in cerca dei nostri sogni.

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Tu non hai bisogno di fingere che sei forte, non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene, non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi perché è bene che tu pianga fino all'ultima lacrima, poiché soltanto allora potrai tornare a sorridere.

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Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.

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L'amore è disseminato di trappole. Quando vuole manifestarsi, mostra soltanto la sua luce e non ci permette di vedere le ombre che quello stesso chiaro provoca.

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Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.

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Tu hai una leggenda personale da perseguire e rispettare, e nient'altro. Non è importante se gli altri ti sostengono, ti criticano, ti ignorano, ti tollerano: stai agendo così perché questo è il tuo destino sulla terra è la fonte di ogni gioia"

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Non posso perdere l'unica cosa che mi mantiene vivo: la speranza.
Una parola che, spesso, si trova con noi al mattino, viene ferita nel corso della giornata e muore all'imbrunire, ma risuscita con l'aurora.

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È meglio soffrire come ho già fatto in precedenza... È meglio che mi lecchi le ferite come ho fatto in passato.
Soffrirò giorno e notte, notte e giorno. E questo potrà durare settimane, mesi, forse anche un anno.
Finché una mattina, al risveglio, mi renderò conto che sto pensando a qualcosa di diverso, e capirò che il peggio è ormai passato. Il cuore è affranto, ma si riprenderà e riuscirà a scorgere ancora la bellezza della vita. È già successo in precedenza e accadrà di nuovo...

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È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri s'incontrano e i loro sguardi s'incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose, sotto il sole, sono state scritte dalla stessa mano, la mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole, perché se tutto ciò non esistesse non avrebbero più alcun senso i sogni dell'umanità.

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Nell'amore si devono costruire i ricordi; solo così gli attimi diventano minuti, i minuti ore, le ore giorni, i giorni vita.

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Dobbiamo ascoltare il bambino che eravamo un tempo e che ancora esiste in noi. Questo bimbo è in grado di capire gli istanti magici. Noi sappiamo come soffocarne il pianto, ma non possiamo far tacere la sua voce. 
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L'uomo che tutela i propri amici non è mai vittima delle tempeste dell'esistenza; ha le forze per superare le difficoltà ed andare avanti.

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Non importa in quanti pezzi sia frantumato il tuo cuore. La Vita va avanti e non aspetta che tu lo ricomponga.

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L'ora più buia è sempre quella che precede l'arrivo del sole.

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Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere.

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"Avrei potuto": non riusciremo mai a comprendere il significato di questa frase. Perché in ogni momento della nostra vita ci sono cose che sarebbero potute accadere, ma che alla fine non sono avvenute. Ci sono istanti magici che passano inosservati quando, all'improvviso, la mano del destino muta il nostro universo.

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Nella vita ci sono cose per le quali vale la pena di lottare fino in fondo. Tu ne vali la pena.

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"Il diavolo e la signorina Prym" di Paulo Coelho

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Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.
Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante.
Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione...
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina.
Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata.
"Buongiorno"
"Buongiorno" rispose il guardiano.
"Che luogo è mai questo, tanto bello? "
"È il cielo"
"Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! "
"Puoi entrare e bere a volontà".
Il guardiano indicò la fontana.
"Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete"
"Mi dispiace molto", disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali".
L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.
Ringraziò il guardiano e proseguì.
Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.
All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.
"Buongiorno" disse il viandante.
L'uomo fece un cenno con il capo.
"Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete".
"C'è una fonte fra quei massi", disse l'uomo, indicando il luogo, e aggiunse: "Potete bere a volontà". L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.
Il viandante andò a ringraziare.
"Tornate quando volete", rispose l'uomo.
"A proposito, come si chiama questo posto? "
"Cielo"
"Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! "
"Quello non è il cielo, è l'inferno".
Il viandante rimase perplesso.
"Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni! "
"Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici... "

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Se non penserò all'amore non sarò niente. 

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Trasformazioni - Agenda 2013 Trasformazioni - Agenda 2013 di Paulo Coelho

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E in fin dei conti, come dice un saggio persiano "L'amore è una malattia dalla quale nessuno riesci a liberarsi".
Chi ne è stato colpito, non cerca di ristabilirsi; e chi ne soffre, non desidera essere curato.

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Anche se so di aver perduto per sempre la donna che amo, devo sforzarmi di vivere tutte le grazie che Dio mi ha concesso oggi. Le grazie non possono essere risparmiate. Non esiste una banca dove io posso depositarle, per utilizzarle quando sarò di nuovo in pace con me stesso. Se non userò queste benedizioni, le perderò irrimediabilmente.
Dio sa che noi siamo gli artisti della vita. Un giorno, ci dà un mazzuolo per scolpire; un altro i pennelli e i colori per dipingere un quadro, oppure la carta e una penna per scrivere.
Ma non potrò mai impiegare il mazzuolo per le tele, o il pennello per le sculture. Dunque, sebbene sia difficile, devo accettare le piccole benedizioni dell'oggi, che mi sembrano maledizioni, perchè io sto soffrendo e la giornata è davvero splendida, con il sole che brilla e i bambini che cantano per la strada. Solo così riuscirò a uscire dal dolore e a ricostruire la mia vita.

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All'ospedale l'amore mi aveva parlato: "Io sono tutto e niente. Sono come il vento: non riesco a entrare dove le porte e le finestre sono chiuse. "
Io avevo risposto all'amore: "Ma io sono aperto a te! "
Al che mi aveva detto: "Il vento è fatto d'aria. E anche se nella tua casa c'è aria, tutto è sprangato. I mobili si ricopriranno di polvere, l'umidità finirà per rovinare i quadri e macchiare le pareti. Tu continuerai a respirare, conoscerai una parte di me: ma io non sono una "parte", io sono il "tutto" - e questo non potrai mai conoscerlo.

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Una mattina, un contadino bussò energicamente all'uscio di un convento e, quando il frate portinaio aprì, l'uomo gli porse un magnifico grappolo d'uva.
"Caro frate portinaio, questa è l'uva più bella mai prodotta dal mio vigneto. E sono venuto qui per regalarvela".
"Grazie! La consegnerò immediatamente all'Abate, che sarà felice di questa offerta".
"No! Io l'ho portata per voi".
"Per me? Io non merito un dono della natura così bello".
"Ogni volta che ho bussato al portone, voi avete aperto. Quando ho avuto bisogno d'aiuto perchè il raccolto era andato distrutto a causa della siccità, voi mi avete dato un pezzo di pane e un bicchiere di vino, tutti i giorni.
Desidero che questo grappolo d'uva vi rechi un po' dell'amore del sole, della bellezza della pioggia e del miracolo di Dio".
Il fratello portinaio posò il grappolo davanti a se e passò tutta la mattina ad ammirarlo: era veramente bello.
Per questo, decise di consegnare il dono all'Abate, che lo aveva sempre incoraggiato con le sue sagge parole.
L'abate fu assai contento di quel regalo, ma si ricordò che nel convento c'era un fratello malato, e pensò: "Gli darò questo grappolo d'uva. Chissà che non arrechi un po' di gioia nella sua vita".
Ma quell'uva non rimase molto a lungo nella cella del frate ammalato perchè questi si disse: "Il fratello cuoco si è preso cura di me, nutrendomi con i piatti migliori. Sono sicuro che quest'uva lo renderà molto felice".
Quando all'ora di pranzo, il frate cuoco si presentò con il pasto, gli consegnò il grappolo.
"È per voi! Poichè vivete in contatto con i prodotti che la natura ci offre, saprete cosa farne di quest'opera di Dio".
Il frate cuoco rimase affascinato dalla bellezza del grappolo e fece notare al suo aiutante la perfezione degli acini. Erano talmente perfetti che nessuno avrebbe potuto apprezzarli meglio del frate sacrestano, il responsabile del Santissimo Sacramento, che molti nel monastero consideravano un sant'uomo.
Il fratello sacrestano, a sua volta, donò l'uva al novizio più giovane, dimodichè questi potesse comprendere che l'opera di Dio risiede anche nei minimi dettagli della Creazione.
Quando il novizio la ricevette, il suo cuore si riempì della Gloria del Signore, perchè non aveva mai avuto un grappolo così bello. Ma, nel medesimo istante, si ricordò della prima volta, che era venuto al monastero e di chi aveva aperto l'uscio. Era stato quel gesto che gli aveva consentito di trovarsi adesso in quella comunità di uomini che sapevano apprezzare i miracoli.
Così poco prima del calare della sera, eglì portò il grappolo d'uva al fratello portinaio.
"Mangiate e rallegratevi" disse. "Perchè voi passate la maggior parte del tempo qui da solo, e questa uva vi farà molto bene. "
Il frate portinaio capì allora che quel regalo era veramente destinato a lui; assaporò ogni acino di quel grappolo e si addormentò felice. In questo modo, il circolo si chiuse: un circolo di felicità e gioia, che si estende sempre intorno a chi è in contatto con l'energia dell'amore.

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Di recente ho scoperto una cosa: i veri amici sono quelli che ci stanno accanto quando accadono le cose belle. Essi si schierano dalla nostra parte, gioiscono per le nostre vittorie. I falsi amici sono quelli che compaiono soltanto nei momenti difficili, con una triste espressione di "solidarietà": in realtà, la nostra sofferenza serve a consolarli per le loro vite miserabili.

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Lei ha riempito tutto.
È l'unica ragione per la quale sono vivo. Mi guardo intorno, mi preparo per la conferenza, e capisco perchè ho affrontato la neve, gli imbottigliamenti, il ghiaccio sulla strada: per ricordarmi che devo ricostruire me stesso, giorno dopo giorno, e per accettare - per la prima volta nella mia esistenza - che amo un essere umano più di me stesso.

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L'essere umano per quanto rigetti il dolore trova sempre una maniera per stare in sua compagnia, per corteggiarlo, per fare in modo che sia parte della propria vita.

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Un vigliacco è un essere che non ha mai osato guardare nel fondo della propria anima, che non ha mai cercato di scoprire da dove provenga il desiderio di liberare la fiera selvaggia, di capire che cosa siano la felicità, il dolore, l'amore: sono esperienze limite dell'uomo. E soltanto chi conosce queste frontiere può dire di conoscere la vita. Il resto è solo un far passare il tempo, un ripetere lo stesso esercizio, invecchiare e morire senza aver realmente saputo che cosa si stava facendo.

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La radice latina della parola "responsabilità" ne svela il significato: capacità di rispondere, di reagire.
Un guerriero responsabile ha saputo osservare e istruirsi. Ma è stato capace di essere anche "irresponsabile": a volte si è lasciato trascinare dalla situazione, e non ha risposto nè ha reagito.
Ma ha imparato la lezione: ha assunto un atteggiamento, ha ascoltato un consiglio, ha avuto l'umiltà di accettare aiuto.
Un guerriero responsabile non è quello che si prende sulle spalle il peso del mondo. È colui che ha imparato ad affrontare le sfide del momento. 

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L'Alchimista - Edizione Speciale 20 Anni L'Alchimista - Edizione Speciale 20 Anni
Nuova edizione speciale per celebrare i 20 anni dalla prima pubblicazione dell'alchimista
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